Murphy e i mondiali di calcio

Sabato e domenica io lavoro. Dal mattino fino alle 19. È stato quindi molto difficile accettare di non potermi godere l’agognata finale dei mondiali di calcio Russia 2018, vista l’assurda speranza che la Croazia potesse infliggere una sacrosanta batosta alla Francia ( i motivi sono tanti per cui nutro disgusto per i francesi: ci hanno rubato la Gioconda ma lo negano; il loro presidente in odor di sacralità napoleonica ha una palese avversione per noi italiani; la loro squadra sembra la formazione del Senegal, più che francese, con qualche tocco di colore bianco un po’ di qua e di là. E poi c’è il loro atteggiamento di superiorità fascista, molto simile a quello yankee, che non li fa di certo amare). 

Croazia vs Francia. A voi la scelta.

Il mondiale di calcio made in Putin è quasi concluso. Finalmente ne posso parlare con le mie considerazioni e le partite viste (non quanto speravo). Il primo punto è che questo mondiale si è rivelato una roulette russa che ha saputo capitalizzare l’attenzione degli sportivi e non con uscite eclatanti, su tutte quelle della Germania, l’Argentina, la Spagna ed infine il Brasile che dalla batosta di 4 anni fa non ha saputo imparare la lezione.