
È tempo di raccogliere i frutti di settimane di costanti esperimenti e approfondimenti con l’intelligenza artificiale. Sì, lo ammetto. Mi gasa tantissimo e cerco di sondare stili e generi che si addicono alla mia visione dell’arte. Una volta che ne ho cavalcato l’onda, mi lascio trascinare da nuovi stimoli e prospettive. La marea di presunti e reali artisti lascia sgomenti e perplessi ma è tale l’entusiasmo generale che si possono trovare nuove interessanti idee da usare. Nel mio caso personale, per chi mi segue è cosciente nel trovarsi difronte ad un’anima malinconica, a tratti irrequieta che trova giovamento in quei video musicali come le monumentali opere d’arte dei videoclip targati Tool, roba per stomaci d’amianto, nei quadri (non c’è solo HR Giger ma anche una folta schiera di artisti che ne sono rimasti elettrizzati a dargli man forte. Potrei suggerire che sia diventato una specie di semi divinità astrale non dissimile dal genio di John Carpenter – oramai il regista vivente più citato nella storia dopo Stanley Kubrick) o in taluni disegni (non menzionerò i fumetti manga perché sarebbe fin troppo facile ma bensì il creatore di Spawn, Todd McFarlane che trovo baroccamente inquietante anche quando dà vita a Spiderman). Ovviamente senza dimenticarsi di cinema come il già citato Carpenter, Burton, Argento, Bava, Del Toro e molti libri interessanti. La marea da cui attingere è vasta e proficua per generare opere d’arte. Bisogna solo sapere come comporle.
Il discorso non è dissimile da un componimento musicale. Certo, non siamo all’estro di Mozart che detta sul letto di morte a Savieri lo spartito del Requiem, ma spero di avervi fatto partecipe del sentimento. I “/prompt”, cioè quei comandi necessari affinché l’intelligenza artificiale possa sviluppare l’abbozzo dell’idea che avevamo in mente sono lo spartito, le note musicali, il pennello. Senza questi comandi, l’AI va a casaccio e solo di tanto in tanto fa uscire dal cilindro qualcosa di interessante. Ma è puro caso. È perciò più inebriante e salutare quella creazione nata grazie al nostro “estro”.



Dopo avervi parlato nei precedenti articoli di questa rivoluzione tecnologica, ho imparato col tempo ad usarlo correttamente e posso affermare per esperienza diretta, che non è stato facile. In primo luogo perché non uso Midjourney per i problemi evidenziati anche nel precedente post: ragazzi/e, tutto ciò che create, a meno che non abbiate un profilo privato da 600 dollari all’anno è disponibile per ciascuna utenza. Pertanto tutti possono arrubarvi la vostra creazione e se sviluppata attraverso vari software, venderla o spacciarla come propria – sempre che riusciate a generarla sufficientemente grande affinché le agenzie di iStock le accettino. Sono personalmente intenzionato a cimentarmi nella vendita. Non dico che ci riuscirò, ma voglio provarci. Disgraziatamente non potrò riuscirci se le mie creazioni sono disponibili a tutti, dove quei “tutti” sono il vasto mondo di ladri, così come ci ricordava il buon Antonello Venditti. Io uso principalmente due programmi, Wonder e Irmo (entrambi su Android) e non perché mi paghino per parlarne ma perché il loro abbonamento è abbordabilissimo a tutti e l’opera generata, una volta scaricata è in grande formato. Ideale per la vendita nelle agenzie di iStock; il formato è essenziale. Più in là parlerò anche delle valide alternative a Midjourney, che sono pure agratis.
Come dicevo, non è sempre stato facile ed a tutt’oggi non lo è ancora. Per esempio, settimane or sono provai a generare il volto di Kate Middleton, la principessa del Galles, con il costume di qualche supereroina Marvel. I risultati iniziali furono catastrofici. Per motivi misteriosi non c’era verso di ottenere un risultato che fosse normale: viso surrealista, mani con venti dita, tre occhi e via discorrendo. A forza di tentare, l’AI di Wonder ha trovato la quadra, consegnandomi delle discrete illustrazioni. I miei esperimenti ebbero maggior successo sfruttando i volti noti di attrici come Megan Boone, Isla Fisher ed Amy Adams. Infatti ogni operazione si rivelò quasi sempre senza intoppi. Non chiedetemi come mai. Secondo me a pensar male qualche sviluppatore è un fan sfegatato di queste attrici e deve avervi caricato enormi quantità di foto nei loro database, oppure hanno delle brave persone che sanno valorizzare il seo del proprio nome. Poi ci sono quei casi strani il cui viso dell’attrice è appena rassomigliante al vero: Jennifer Morrison, Jane Seymour, Aubrey Plaza, Leslie Mann sono solo alcune delle persone usate con risultati molto discutibili. È vero che la Morrison è un po’ mascellosa, ma per come mi è stata proposta… lasciamo perdere. Finora ho inserito su quasi tutti i miei articoli, vere e proprie illustrazioni personali generate dall’AI su mia dettatura. Dei quadri, direi! Per molte di esse sono stato costretto a rimodellarle, perché se lasciate integre, risultavano bizzarre quanto una corazzata kotiomkin con i sottotitoli in cecoslovacco. Pertanto non vi farò vedere i risultati più discutibili ma quelli più accattivanti e che mi hanno fatto esclamare con un: “Finalmente, E’-V-I-V-A… Seguito da epiteti mitologici.”


Vi chiederete come mai per il primo portfolio con un’intelligenza artificiale, abbia scelto come musa ispiratrice l’attrice Amy Adams! Se siete arrivati fin qui vi sarete già imbattuti in alcune opere. In effetti ho un debole per questa bellissima rossa, oltre che ammirarla come splendida attrice. Sia che faccia la svampita principessa delle fiabe, sia la linguista per alieni o la truffatrice, resta non solo bella, ma incredibilmente brava. Si potrebbe dire che sia il Daniel Day Lewis/Christian Bale al femminile. Ma un altro motivo è che, come vi ho accennato poc’anzi, è stato uno dei pochi volti sviluppata senza grossi problemi. È vero che ho dovuto sistemare alcune cose (soprattutto le mani, occhi e capelli), ma niente di particolarmente complicato.
Il composit iniziale è un esempio di una foto originale e delle sue varianti modificate. Basti che sappiate che prima di creare quelle variazioni indicate sotto le lettere A-B-C, l’originale ha necessitato di importanti modifiche. Ma una volta terminato, il resto si è rivelato semplice. Troverete un altro composit che parte dall’originale ai suoi sviluppi successivi. A metà articolo mi sono cimentato nel trasformare l’attrice in una super eroina marvel ed in una scultura, busto e bassorilievo. L’ultimissima immagine è una creazione partita con l’idea del personaggio delle fiabe Disney interpretata proprio dall’attrice nel film Come d’Incanto. Il risultato è molto bello eppure, come già scrissi negli articoli precedenti, mi pare di averlo già vista. Mistero! Bene, il resto spero vi piaccia tanto quanto è stato gratificante per me generarle. Mi piacerebbe avere un vostro parere e quale preferite di queste immagini. Buona visione.











