Buongiorno amici. Come state? State lavorando sodo? Come dite? Non state facendo un casso? Siete annoiati in casa a leggere un libro, giocare al pc od a parlare in videoconferenza con gli amici? Ho dei figli: aaaaaaa, le mi condoglienze! Oppure dovrei dire congratulazioni? Mentre io che faccio? Ascolto conferenze, leggo libri, gioco a poker online e di tanto in tanto faccio una capatina alla mia amata roulette. Poi pulisco casa (di nuovo). Parlo coi miei vecchi sbraitando di restare in casa. Ascolto il telegiornale e mi annoio. Vedo i numeri dei contagiati e mi annoio. Vedo il numero dei morti giornalieri italiani e mondiali e mi annoio. Mi accorgo che sono una brutta persona. Ma non mi faccio prendere dal panico. Ascolto musica, prendo la chitarra o il basso ed inizio a suonarlo dimenticandomi dell’assurda situazione in cui sono immerso. Mi rendo che siamo tutti interconnessi. L’aria a Milano non è mai stata così buona. Gli uccelli fringuellano e pure io mi addolcisco con un sano “segatevi, segatevi, segatevi”: raccomandato dal miglior medico al mondo, il dottor Rocco. Mangio poco (e perché mai dovrei abbuffarmi visto che trattengo le energie nel cazzeggio casalinguo?) e dormo bene e poco. Non mi faccio neppure la quotidiana doccia. Voi vi lavate di tanto in tanto? Ieri, in barba alle disposizioni ministeriali, sono ugualmente andato alle poste per pagare le rate delle tasse: a me non mi fregate, io sono fuuuurbo!!! Stampo l’ennesima autocertificazione e l’allego a quelle già preparate a futura memoria di questo evento: ma tanto, che mi serve se non esco che due/tre volte alla settimana per fare la spesa? Voi avete l’allergia? Beh, io si, e posso dirvi che obiettivamente sta diminuendo. Sarà l’aria pulita: quindi da questa enunciazione filosofica, l’allergia è causata non dal polline ma dalla sporcizia atmosferica. Ma non posso respirare troppo, perché le nano particelle veicolano il virus, ma zitti, non si può dire altrimenti la gente va in paranoia che il virus si trasmette per via aerea. Ma non posso non respirare senza farmi venire un cactus di ictus. Così mi tengo allenato e uso lo step comprato per tenere la gambina malandata in costante allenamento e il rullo per pedalare in casa con la mia sgangherata bicicletta, mentre mi guardo simpatici video. Ho tutto sgangherato, compreso il muro di camera mia che avrebbe bisogno di una bella tinteggiata, ma fa ancora freddo e non sarebbe il caso. Meglio aspettare che il tempo migliori. Nel frattempo avete deciso di cosa sbarazzarvi? Vecchie cianfrusaglie? Oggetti mai usati? Ah, io si. Ho un’idea di cosa gettare via, ad incominciare da un termoforo per la schiena e la nuca che non riscalda i cosiddetti neanche se lo tengo sotto il sole, anzi, il sole fa un lavoro eccellente ed è pure gratis. Perciò mi sdraio sul pavimento e con una musica marina in sottofondo, mi getto con l’immaginazione sulla spiaggia del Poetto a Cagliari. Qualche vecchio maglione mai usato, calze di marche fallite e alcuni giubbotti dal gusto discutibile, saranno ben presto gettati. Voglio approfittarne per tentare di conoscere qualche donna: non posso andare avanti tutta la vita con formule alternative. Una donna attraverso un sito di incontri mi dice che vuole conoscermi. Bene, facciamoci sotto… Zero! Sparita. Neppure una risposta. Per noia vado ad evocare un demone infernale per rovinare la vita a chi mi sta sul cactus, ma anche lui è annoiato, perciò giochiamo un po’ a dama ma io faccio schifo con questi giochi e pur giocando onestamente, il demone vince sempre. Va via. Non pulisce neppure la camera dal tanfo di zolfo: maleducato! Mi fornisce qualche buono spunto per scrivere in piena notte una delle mie storie horror, purtroppo per rendermi conto di viverci dentro ed allora che sto a fare? C’è di peggio, essere consapevoli che nonostante sia imprenditore, operaio, direttore del marketing, factotum… di fatto ho la partita iva e come tale sono disoccupato. Va beh, oggi è un altro giorno.
Andrea Satta, 2020 copyright