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Croazia vs Francia. A voi la scelta.

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Il mondiale di calcio made in Putin è quasi concluso. Finalmente ne posso parlare con le mie considerazioni e le partite viste (non quanto speravo). Il primo punto è che questo mondiale si è rivelato una roulette russa che ha saputo capitalizzare l’attenzione degli sportivi e non con uscite eclatanti, su tutte quelle della Germania, l’Argentina, la Spagna ed infine il Brasile che dalla batosta di 4 anni fa non ha saputo imparare la lezione. Continua a leggere Croazia vs Francia. A voi la scelta.

Vaffangermany

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Pochi giorni fa sono orgogliosamente arrivato in ritardo al lavoro per potermi godere in diretta la debacle della Germania nazional calcistica ai mondiali. Una sconfitta ed un’uscita indecorosa come è già avvenuta per la Francia e l’Italia. La mia gioia era così grande che esultavo neanche avesse vinto l’Italia il mondiale. Eh si, perché io odio i tedeschi. Mi fanno ribrezzo. Mi stanno sul cazzo per tanti motivi. Ad incominciare dalla loro lingua, tagliente, violenta come la loro storia, una scia di sangue e di violenza che da millenni causa solo ferite e sofferenza a metà dell’Europa. Continua a leggere Vaffangermany

Mayweather vs McGregor

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Eccovi il video integrale del match del secolo (a mio parere esagerato) fra Mayweather (afroamericano) e McGregor (l’irlandese). Per chi non lo avesse visto potete guardarlo e giudicarlo.

Da canto mio credo che Mayweather sia stato un pugile meritevole della vittoria (non dico nulla che già non si sappia visto che ne stanno parlando tutti). Ho visto un pugilato meno incisivo ma più pulito. Mentre McGregor lo trovato irrispettoso e scorretto. A voi la scelta.

Buona visione.

Non portate i vostri figli a giocare a Rugby

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Luca Varra, non ti conosco, non so chi tu sia. Non so quanto vecchio sia il tuo post ma ti stimo tantissimo. Per quanto questo tuo pensiero condiviso su facebook sia lungo, illustra benissimo l’importanza non dello sport… ma di UNO sport in particolare.Leggetelo fino alla fine, ne varrà la pena. Continua a leggere Non portate i vostri figli a giocare a Rugby

Photo Milano, nascita di un gruppo.

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La domanda, dopo aver letto il titolo è se ne sentiva la necessità di un nuovo gruppo di associati alla fotografia. Perché, voi ne vedete in quantità industriale di gruppi fotografici? Continua a leggere Photo Milano, nascita di un gruppo.

World Press Photo 2017

Eccoci con la nuova edizione del World Press Photo 2017. L’intento è quello di valorizzare il lavoro, sempre più rischioso e pericoloso dei vari foto fotoreporter che lavorano per svariate agenzie di stampa. Potete visitare la mostra appena inaugurata presso la Galleria Carla Sozzani in corso Como 10 a Milano. Ingresso gratuito. Esistono varie categorie per varie tipologie di foto. Dalla natura alla cronaca nera, dalle storie personali alla guerra eccetera. Continua a leggere World Press Photo 2017

Rai vs Mediaset. Quando la figuraccia è dietro l’angolo.

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Sono un amante dello sport e seguo il calcio come altri milioni di appassionati. Tifo il Cagliari ma ho una grande stima e simpatia per la Roma mentre detesto squadre come la Juventus e il Napoli. Non vado allo stadio da anni e non mi fermavo a seguire trasmissioni sul dopo partita, allora come oggi. Però quando ho l’opportunità di seguirle in tv lo faccio con grande piacere ma soprattutto a prescindere dalla squadra in campo, quando si tratta delle coppe, tifo sempre e solo Italia. Ieri sera è andata in scena una signora Juventus che ha umiliato il Barcellona, in una partita perfetta, anche se dovrà misurarsi nella gara di ritorno in casa del Barca e non è detto, visto quanto successo col PSG, che riesca nell’impresa. Però tiferò per lei.

Ma perché ne parlo?

Perché è saltata all’occhio una differenza di trattamento fra Mediaset e la Rai nel rispetto dei suoi spettatori.

Vediamo di chiarirci. Mediaset è una rete privata che ha offerto la partita Juventus-Barcellona gratuitamente su Canale5 pur avendola in sua esclusiva su MediasetPremium. Il canone viene suddiviso non solo per la rete Rai, ma alcuni non lo sanno, ma in piccole percentuali anche alle altre reti per cui le eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone di abbonamento alla televisione siano destinate, in percentuali diverse e per un importo massimo di 50 milioni di euro all’anno, nell’apposito “fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”. In poche parole la Rai è stata costretta a dare percentuali, se pur minori alle reti locali – perché l’emendamento è del 2015.

Bene. Per chi avesse visto ieri la partita non ha notato nulla di anormale? No!?

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Ok, allora andiamo indietro di qualche giorno alla partita di Coppa Italia, trasmessa dalla Rai, fra Napoli e Juventus e che pur vedendo vincente il Napoli ha permesso alla Juventus di accedere alla finale che si giocherà contro la Lazio.

Non mi soffermo sulla sua telecronaca, stantia e a volte soporifera, ma sugli intervalli pubblicitari fra un cambio e un altro, fra un intervento dei medici dopo uno scontro e così via. Mai visto nulla del genere. È incredibile che invece i giornali non si siano scatenati furiosamente contro la Rai per questo trattamento, visto che ora siamo TUTTI costretti a pagarlo. Sbandierano che la Rai è un servizio pubblico, ma il Tg1 continua a fare gravi servizi giornalistici di disinformazione (vedi i martellanti servizi contro il M5S). Quando lo scorso anno ero in Austria, ho potuto seguire alcune partite dell’Europeo e non ho MAI visto quanto avvenuto nella calcistica Italia di Coppa Italia trasmessa da mamma Rai. Si è trasmutata in una strega cattiva e becera come la peggiore della rete locale. Che differenza, eh!

Ieri durante la partita di Campions non ho visto da parte di Mediaset questo trattamento e sì che ne aveva tutto il diritto perché ci campa con la pubblicità.

Nel 2015 una proposta del governo sulla riforma della Rai, aveva ipotizzato di equiparare gli indici di affollamento pubblicitario della Rai a quelli delle televisioni commerciali. In questo modo si voleva accomunare la Rai alla tv commerciale con l’intento di abolire il canone. Non credo che sia passata ma di certo il suo comportamento è eloquente.

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Mi chiedo dunque, da abbonato, con quale diritto si permette di trattare così i suoi abbonati, OBBLIGATI in barba a tutte le regole sulla privacy (sì, perché è illegale quanto fatto dalla Rai e dal governo inserendo il canone Rai nella bolletta elettrica) a pagare ciò che non vuole. Perché non voglio? Ma la domanda corretta sarebbe: e perché dovrei?

Ieri sera tardi, ascoltando un collegamento con l’inviata Giovanna Botteri sulla crisi USA- Corea del Nord, ella ha allegramente spiaccicato parola per parola ciò che si sapeva dal giorno prima dai giornali e da internet, senza aggiungere nulla, senza un pensiero proprio e di informazione. Ero senza parole. E io dovrei pagare una giornalista che fa questo tipo di informazione? Il pappagallo ritardatario? Crozza a prenderla in giro ci ha visto giusto.

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L’unica soluzione alla Rai, visto come ci tratta, è di chiedere e pretendere che il suo abbonato lo possa vedere SOLO attraverso una smart card, così come fa Sky, Mediaset premium e altre piattaforme. Obbligare a pagare qualcosa per poi trovarsi un trattamento così viscido e inqualificabile rende ancora più lugubre la Rai e chi la governa. Oppure elimini la pubblicità dallo sport, come fanno quasi tutte le altre reti televisive mondiali. Ma c’è pure bisogno di dirlo, dannazione?

Mediaset ieri ha vinto il confronto con grande signorilità e professionalità. La Rai dovrebbe solo vergognarsi di esistere.

Cavalcata positiva, nonostante tutto.

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Allora, la giornata di ieri è stata particolarmente impegnativa. Sveglia presto e giù alla fiera del giocattolo di Novegro per cercare i miei amati soldatini, così come ho ben evidenziato in un precedente post. Rientro a casa. Decido col mio coinquilino di passare alla decathlon in centro a Milano per acquistare un sacco da boxe da appendere al muro ma nessuno dei prodotti ricercati è disponibile. Andiamo via avviliti. Di pomeriggio inizia il sei nazioni di rugby: Inghilterra-Italia. Finisce il primo tempo con un entusiasmante 5-10 per i colori italiani ma ben conscio che questa nazionale gioca da Dio all’inizio per poi sgonfiarsi nel secondo tempo, decido di uscire in centro per farmi una passeggiata con un mio amico (ovviamente l’Italia perde lo scontro ma almeno è uscita a testa alta). Nel frattempo il mio Cagliari vince una partita in trasferta. Devo accendere un cero? Telefonata di una amica; preparazione ed uscita per una piacevole rimpatriata con i vecchi compagni di corso della scuola di fotografia. Scopro che la cena è stata organizzata con i piedi e che molte persone non sono state invitate, chi per dimenticanza o incomprensione nella sua gestione ma il piacere di poterli rivedere è stato il massimo. Dopodiché rientro a casa nel freddo intenso milanese e mi faccio due ore di sonno, sveglia e diretta per la notte degli oscar con una storica sorpresa finale (dicasi: figura di merda intergalattica). Infine ritorno a ronfare ma i rumori della città che si sveglia prima e l’allergia poi, che mi rende ogni notte una sofferenza, mi costringe ad alzarmi dal letto. Ma la giornata a girovagare in scooter per Milano non mi ha fatto un granché bene e mi sento costipato. Occhi rossi, stomaco brontolante e naso gocciolante… non sono proprio un bello spettacolo. Accendo il pc. Leggo news sul mondo della fotografia. Continuo a proporre i miei lavori (a cui non ricevo immeritate risposte) e continuo a spedire qualche curriculum alla ricerca di un lavoro che mi aiuti a sbrogliare una situazione lavorativa attualmente disastrosa. Insomma, una goccia tumultuosa (domenica) in un mare calmo (l’intera settimana) fatto di esperimenti fotografici, strani dolori al cuore, il motorino di avviamento dello scooter che si rompe e tante pippe sia mentali che fisiche, una certa sfiducia nel prossimo, su promesse non mantenute e aspettative mal ricambiate. La giornata si fa grigia ma almeno di buono c’è che mi voglio bene e ho ripreso a fare delle foto artistiche come non ne facevo da svariati anni. Vi lascio con questa massima, semplice ma efficace: Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.