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Rai vs Mediaset. Quando la figuraccia è dietro l’angolo.

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Sono un amante dello sport e seguo il calcio come altri milioni di appassionati. Tifo il Cagliari ma ho una grande stima e simpatia per la Roma mentre detesto squadre come la Juventus e il Napoli. Non vado allo stadio da anni e non mi fermavo a seguire trasmissioni sul dopo partita, allora come oggi. Però quando ho l’opportunità di seguirle in tv lo faccio con grande piacere ma soprattutto a prescindere dalla squadra in campo, quando si tratta delle coppe, tifo sempre e solo Italia. Ieri sera è andata in scena una signora Juventus che ha umiliato il Barcellona, in una partita perfetta, anche se dovrà misurarsi nella gara di ritorno in casa del Barca e non è detto, visto quanto successo col PSG, che riesca nell’impresa. Però tiferò per lei.

Ma perché ne parlo?

Perché è saltata all’occhio una differenza di trattamento fra Mediaset e la Rai nel rispetto dei suoi spettatori.

Vediamo di chiarirci. Mediaset è una rete privata che ha offerto la partita Juventus-Barcellona gratuitamente su Canale5 pur avendola in sua esclusiva su MediasetPremium. Il canone viene suddiviso non solo per la rete Rai, ma alcuni non lo sanno, ma in piccole percentuali anche alle altre reti per cui le eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone di abbonamento alla televisione siano destinate, in percentuali diverse e per un importo massimo di 50 milioni di euro all’anno, nell’apposito “fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”. In poche parole la Rai è stata costretta a dare percentuali, se pur minori alle reti locali – perché l’emendamento è del 2015.

Bene. Per chi avesse visto ieri la partita non ha notato nulla di anormale? No!?

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Ok, allora andiamo indietro di qualche giorno alla partita di Coppa Italia, trasmessa dalla Rai, fra Napoli e Juventus e che pur vedendo vincente il Napoli ha permesso alla Juventus di accedere alla finale che si giocherà contro la Lazio.

Non mi soffermo sulla sua telecronaca, stantia e a volte soporifera, ma sugli intervalli pubblicitari fra un cambio e un altro, fra un intervento dei medici dopo uno scontro e così via. Mai visto nulla del genere. È incredibile che invece i giornali non si siano scatenati furiosamente contro la Rai per questo trattamento, visto che ora siamo TUTTI costretti a pagarlo. Sbandierano che la Rai è un servizio pubblico, ma il Tg1 continua a fare gravi servizi giornalistici di disinformazione (vedi i martellanti servizi contro il M5S). Quando lo scorso anno ero in Austria, ho potuto seguire alcune partite dell’Europeo e non ho MAI visto quanto avvenuto nella calcistica Italia di Coppa Italia trasmessa da mamma Rai. Si è trasmutata in una strega cattiva e becera come la peggiore della rete locale. Che differenza, eh!

Ieri durante la partita di Campions non ho visto da parte di Mediaset questo trattamento e sì che ne aveva tutto il diritto perché ci campa con la pubblicità.

Nel 2015 una proposta del governo sulla riforma della Rai, aveva ipotizzato di equiparare gli indici di affollamento pubblicitario della Rai a quelli delle televisioni commerciali. In questo modo si voleva accomunare la Rai alla tv commerciale con l’intento di abolire il canone. Non credo che sia passata ma di certo il suo comportamento è eloquente.

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Mi chiedo dunque, da abbonato, con quale diritto si permette di trattare così i suoi abbonati, OBBLIGATI in barba a tutte le regole sulla privacy (sì, perché è illegale quanto fatto dalla Rai e dal governo inserendo il canone Rai nella bolletta elettrica) a pagare ciò che non vuole. Perché non voglio? Ma la domanda corretta sarebbe: e perché dovrei?

Ieri sera tardi, ascoltando un collegamento con l’inviata Giovanna Botteri sulla crisi USA- Corea del Nord, ella ha allegramente spiaccicato parola per parola ciò che si sapeva dal giorno prima dai giornali e da internet, senza aggiungere nulla, senza un pensiero proprio e di informazione. Ero senza parole. E io dovrei pagare una giornalista che fa questo tipo di informazione? Il pappagallo ritardatario? Crozza a prenderla in giro ci ha visto giusto.

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L’unica soluzione alla Rai, visto come ci tratta, è di chiedere e pretendere che il suo abbonato lo possa vedere SOLO attraverso una smart card, così come fa Sky, Mediaset premium e altre piattaforme. Obbligare a pagare qualcosa per poi trovarsi un trattamento così viscido e inqualificabile rende ancora più lugubre la Rai e chi la governa. Oppure elimini la pubblicità dallo sport, come fanno quasi tutte le altre reti televisive mondiali. Ma c’è pure bisogno di dirlo, dannazione?

Mediaset ieri ha vinto il confronto con grande signorilità e professionalità. La Rai dovrebbe solo vergognarsi di esistere.

Direzioni per menti vuote

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Clicca clicca clicca, banna, banna banna, condividi condividi condividi! Sono giornate convulse di avvenimenti che lasciano il tempo che trovano ma ancora una volta ho tanta voglia di scagliarmi contro i giornalisti d’italica virtù che aprono giornali, telegiornali, rubriche e inviati a parlare di un fatto così importante ed essenziale alla vita ed alla crescita del nostro paese che tutto il resto va in secondo piano:

LA DIREZIONE DEL PD CON RENZI(E) CONTRO TUTTI!

Eeeeeh, queste sì che sono cose molto utili da affrontare. Non il calcio di rigore negato al Cagliari mentre lottava contro la Juventus (se capita a lei apriti cielo, se capita al mio Cagliari o ad altre squadre minori, tutti zitti e mosca). Non a dare risalto all’assessora Roberta Cocco del comune di Milano che non ne vuole sapere di rendere pubblica la sua ultima dichiarazione dei redditi. Non che ai tafferugli fra polizia e antagonisti o presunti universitari in biblioteca a Bologna, questi zelanti mocciosi usassero un luogo di sapere per spacciare droga. Non a come si sia ripartiti con nuovi proclami per ricevere soldi da dare ai terremotati mentre fra nuove scosse e tempeste di neve, gli abitanti vivono ancora in tenda e dei soldi già donati, è stato speso poco o nulla.

No, ma dai! parliamo della direzione del pd. Un partito politico che doveva richiamare ai valori della sinistra e che invece ha affossato decenni di lotta operaia, ha schiavizzato intere generazioni con contratti a termine, il Jobs Act che si sta rivelando un pericoloso veicolo di precariato e di odio crescente, mentre le classi più povere sono più povere mentre i ricchi giustamente ne approfittano. Diamogli spazio a questi signori e signore che del povero cristo hanno dimostrato di fregarsene il cazzo. L’itaGlia è maglia nera in europa – oggi sono uscite le analisi della commissione europea dove la penisola è fanalino di coda per crescita, pil, disoccupazione.

Queste cose (a parte ovviamente la mia esclamazione di carattere calcistico), dovrebbero essere tutte degne di maggiori considerazioni e analisi più approfondite. Ed invece? Ancora una volta si indaga su quante volte la Raggi si allaccia le scarpe, su chi si cela dietro la maschera da gorilla al festival di Sanremo, su quante parole sciorina Renzi alla direzione del pd, ma di discutere seriamente di come uscire dal binario morto in cui siamo intrappolati, questo niente. Notizie non pervenute.

Il giornalismo nostrano è misterioso quando essersi dimenticato dell’andata di proteste che per giorni ha bloccato la Romania.

Due parole in croce e via. Bisogna parlare di cose più serie per il bene LORO e del nostro deretano (sic!).

P.s.: IO non darò più un solo centesimo per i terremotati, non perché sia cinico ma perché come al solito i soldi ci sono ma guarda caso scompaiono non si capisce bene come e dove. La cantante Ivana Spagna che ha donato una struttura per gli allevatori o i pastori sardi che hanno donato le pecore per i pastori di quelle zone, hanno dimostrato quanto con la buona volontà si possa agire velocemente e con professionalità. Ma sono casi singoli e poco noti. Bisogna agire nell’immediato, perché lo Stato non fa, non si muove e se interviene lo fa al passo di lumaca. Più tangibile di questo del fallimento politico e sociale di una nazione non può esistere.