MARS, recensione

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Ciao a tutti. Ho deciso di fare una breve recensione alla serie tv MARS, targata Netflix per il National Geographic. La peculiarità di questa serie è il mix finzione/documentario su come si potrebbe svolgere la vita su Marte, le sue problematiche sia sulla vita in un pianeta ostile e quanto emerge sulla Terra. Nonché la connessione fra quanto avviene da noi e ciò che accadrebbe lassù con interviste ad esperti, scienziati, astronauti e chiunque ci stia sbattendo la testa per risolverne gli astiosi quesiti “vale la pena rischiare la vita su Marte?”; “quanti soldi saranno spesi?”; “come permettere una vita quanto meno decente stando lontani da casa?” eccetera eccetera.

Questo strano mix mi è da sempre piaciuto e ho trovato il suo disincanto e la gioia per l’esplorazione un buon mezzo di divulgazione. Per potermi guardare la seconda stagione, appena atterrata se così posso dire, ho dovuto riguardarmi la prima e devo ammettere di avere fatto bene, perché nella mia ingordigia mediatica, mi ero scordato di quasi tutto e dei suoi protagonisti.

I pro sono, come ho citato, la divulgazione per cui i resoconti scientifici e le criticità vengono mostrate nella sua parte fittizia su Marte. Ogni puntata punta su un quesito che si muove sinuoso per abbracciarne di nuove e collegarsi a quelle precedenti. Se la prima stagione si è molto concentrata su questo bizzarro connubio, che non è nuovo (in taluni documentari a stelle e strisce e italici – tipo Ulisse, si fa spesso uso di questo approccio) per la tv, la seconda ha fatto una virata ambientalista e assai critica verso le multinazionali e le azioni molto discutibili di certi governi.

Ho un po’ storto il naso, non perché non sia un ambientalista convinto (caspiterina, la Terra è l’unica casa in cui abitiamo e la trattiamo come se ne avessimo un’altra da sfruttare), ma perché hanno spinto molto l’acceleratore della critica ambientale. Il National Geographic, forse visto il successo della prima stagione ha voluto lanciare una sfida più alta e secondo me, ha fatto bene. Maggiore è la consapevolezza sul ruolo che abbiamo, più saremo liberi di esprimerci nelle scelte.

Il problema, mostrato intelligentemente, è quanto i soldi dei ricchi continuino a smuovere le vite di interi popoli, molto spesso in negativo. Dove i ricchi non solo diventano sempre più ricchi ma stanno assumendo un ruolo sempre più grande e pericolosissimo per le scelte individuali. Attuare perciò politiche espansionistiche e prive di regole, su un pianeta mortale come Marte, ha una sua rilevanza e per i produttori è valso il rischio di creare un prodotto che promuovesse un messaggio, non necessariamente pacifista, ma di analisi e critica sul nostro ambiente.

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Venezia sta sprofondando, la mia Cagliari sarà la seconda città italiana ad esserne soggetta negativamente, ma pare non interessarcene. Perché non dovremmo avere gli stessi scrupoli su Marte?

I contro, di queste due stagioni è lo stacco, a volte troppo marcato ed esagerato fra fiction e documentario. In alcuni episodi si da più spazio alla finzione, mentre in altre parlano solo gli esperti. Rischiando di trasformarlo in un calderone di aria fritta. Ron Howard, Hanno, Brian Glazer, figure di spicco come produttori esecutivi, hanno assicurato una direzione dello spettacolo attraente. Di sicuro sa fondare bene le due estremità, ma i troppi stop nella narrazione, sopratutto nella seconda stagione, sono arrivati a farmi cambiare canale. Poi mi sono ricordato di quella schifezza che è ANOTHER LIFE e così gli ho concesso il beneficio del dubbio, con grande soddisfazione.

Un altro aspetto negativo è che i personaggi non invecchiano. Non ci sono mutazioni nel loro aspetto fisico. In nove anni su Marte, è possibile che tutte abbiano ancora le stesse, identiche capigliature di quando sono arrivati sul pianeta rosso??? Neanche una ruga in più? Questa sì che è fantascienza. Ed a proposito, questa postilla è un mio personalissimo pensiero alla THX 1138: se vai a vivere su Marte, l’acqua è così fondamentale che lavarsi i capelli è uno spreco di una risorsa vitale. VITALE. Se vai su Marte, perché averli lunghi? THX 1138 insegna che certe scelte, per quanto dolorose, non sono da sottovalutare. Altrimenti non fare l’astronauta.

In sintesi, è una buona serie tv che può piacere ma che, per l’utente che vuole solo godersi uno spettacolo, è ingestibile. Dipende ovviamente dai gusti ma spero sinceramente in una terza stagione.

E voi, che ne pensate?

Vi è piaciuta?

 

 

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