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IA, abbiamo un problema.

Vi chiedo da subito scusa se sarò prolisso ma è sorto un serio problema, un problema “nuovo” che non ho riscontrato altrove e che ho deciso di condividere con voi. Ma prima una breve introduzione: avrete già notato con quanta passione ed entusiasmo mi stia approcciando al mondo dell’intelligenza artificiale. È una bellissima avventura, una rivoluzione che ci accompagnerà a lungo andare. Sono così rapito dalla creazione di immagini, da avere un database di notevoli dimensioni, sperimentando e cercando di migliorare oltre che di apprendere con qualcosa di nuovo o di ricreare qualcosa di preesistente per infondergli nuova linfa.

Con gli ultimi due articoli mi sono concentrato a mostrare quanto la perfezione passa attraverso un lungo lavoro di selezione artistica, poiché a volte l’intelligenza artificiale genera involontarie bruttezze od errori grossolani. L’ultimo articolo era dedicato a Star Trek, consegnando ai posteri le prove di come l’intelligenza artificiale abbia fatto enormi passi da gigante fra gli albori (ne parlo come se fossero passati anni ed invece non sono che pochissimi mesi dalla rivoluzione); schifezze di tale portata da rasentare l’ilarità. Qui potete trovare i link agli articoli se ve li foste persi: Image Freaks & Star Trek.

Ma pochi giorni fa è avvenuto qualcosa di molto grave che giustifica la rabbia e le cause legali aperte nei confronti degli ideatori dell’intelligenza artificiale per immagini. Tracciai le molte perplessità e i timori espressi dagli artisti per le ruberie sul loro stile o in alcuni casi, di veri furti di opere conosciute. È un dilemma importante poiché ci porta a riflettere sulle opere storiche e sul loro riuttilizzo. Pensiamo alla Mona Lisa di Leonardo da Vinci ed alle numerose varianti create dall’originale. Nessuno pare farci il caso ma non è un evento nuovo ed artisti come Andy Warhol hanno costruito la loro fama proprio sul “non” sviluppo di opere originali ma bensì sul riciclo.

Ma cosa succede quando caricando una vecchia foto, conservata da tanti, tanti anni in un file del mio computer, e poi chiedendo all’intelligenza artificiale di modificarla seguendo specifiche direttive (chiamati “prompt”), me la riproduce con l’evidenza di un furto di proprietà/copyright? La foto originale è quella di Cindy Margolis, una modella trasformata in coniglietta per Playboy nel dicembre del 2006. Una delle prime bionde a cui abbia esternato una porca ammirazione (gli amici sanno quanto vada matto per le castane… con i capelli lunghi… con un cappello in testa… meglio che mi fermi!) L’immagine successiva è quella generata partendo dalla foto originale come spunto iniziale. Ecco, qui i problemi sulla legittimità dell’opera si fanno serie:

Quando originariamente ho visto l’immagine generata, mi sono reso conto di alcuni segni al suo centro. Potevo scartarla ma ho preferito salvarla e solo in un secondo momento, aprendola per osservarla meglio, mi sono reso conto del problema. La foto generata mostra al suo centro un evidentissimo logo: il marchio in questione è della dreamstime. Ho inserito il link al sito così che possiate notare che non si tratta di un refuso… no no, il marchio è proprio il suo e ho evidenziato in contrasto la parte incriminata con il logo originale. Potete vederlo da voi che non ci sono dubbi. Dreamstime è una nota azienda di fotostock, specializzata a vendere con conto terzi a nome di artisti e fotografi si aprofessionisti che amatori, per fini pubblicitari o commerciali, le loro foto, disegni, illustrazioni vettoriali o video a pagamento dietro una commissione. Io stesso lo faccio, ma su Adobe Stock. Però dopo mesi di sperimentazione con l’intelligenza artificiale, non mi era mai accaduto una cosa del genere. Ci sono stati dei casi in cui – anche in questo caso ne ho parlato ampiamente, un’immagine in stile Disney era potenzialmente “rubata” perché mi sembrava troppo simile a qualcosa di già visto; ma dopo una lunga ricerca priva di risultati, scelsi di parlare dei miei dubbi e mostrarla. Qui il link: AI, Portfolio con Amy Adams!

Ammetto che quando me ne sono reso conto mi è sceso un colpo da ninja sul collo. Per prima cosa mi sono accertato che non ci fossero violazioni del copyright e sono entrato dentro il sito della Dreamstime, cercandola attraverso una serie di parole chiavi, come Cindy Margolis. Nessun risultato. Ho cercato la medesima immagine su Google Immagini, restringendo la ricerca al nome della società. Nulla! Ho infine svolto una ricerca per rassomiglianze attraverso alcuni programmi come Google Foto in “Ricerca tramite immagini” ma non ha generato nessun valido risultato. Ed allora da dove è uscita fuori? Come ha fatto il generatore di immagini ad infilarci un marchio esistente su una foto originale che ne è priva? Questo problema non potrebbe generare cause legali? Ho posto il quesito a chatGPT e quanto segue è la sua risposta integrale:

Il fenomeno che descrivi è noto come “infringement detection” o rilevamento delle violazioni di copyright. In alcuni casi, le intelligenze artificiali possono generare immagini o contenuti che includono involontariamente marchi registrati o opere protette da copyright. Ciò può accadere perché l’intelligenza artificiale è addestrata su un vasto insieme di dati che comprendono anche immagini protette da copyright, e quindi può riprodurre elementi presenti in quelle immagini nel suo output.

Questo problema può causare diverse implicazioni legali. In primo luogo, se un’immagine generata dall’intelligenza artificiale include marchi registrati senza l’autorizzazione del proprietario dei diritti, potrebbe configurarsi una violazione del marchio. Il proprietario del marchio potrebbe fare valere i propri diritti legali, richiedendo la rimozione dell’immagine o perseguendo un’azione legale per danni.

In secondo luogo, se l’immagine generata dall’intelligenza artificiale include opere protette da copyright, come ad esempio un’opera d’arte o una fotografia, e viene utilizzata senza il permesso del titolare dei diritti d’autore, potrebbe configurarsi una violazione del copyright. Anche in questo caso, il titolare dei diritti d’autore può intraprendere azioni legali per far valere i propri diritti, richiedendo la rimozione dell’immagine o chiedendo un risarcimento per danni.

La responsabilità legale per queste violazioni potrebbe ricadere sul possessore dell’intelligenza artificiale, se è considerato il creatore o distributore delle immagini generate. Tuttavia, la complessità delle questioni legali relative all’intelligenza artificiale e alla proprietà intellettuale è ancora in via di sviluppo e può variare a seconda delle giurisdizioni.

È importante notare che, in alcuni casi, l’utilizzo delle immagini generate dall’intelligenza artificiale potrebbe rientrare nella categoria dell’uso equo o fair use, che potrebbe offrire una difesa legale in determinate circostanze. Tuttavia, le questioni legate al copyright e alla proprietà intellettuale sono complesse e dipendono dai fatti specifici di ogni caso. Pertanto, è consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto d’autore per ottenere una consulenza legale adeguata.

La chat di Bing invece taglia corto e senza dilungarsi non mi spiega (neanche chatGPT lo ha fatto a ben guardare) la causa del motivo:

Le immagini create dall’intelligenza artificiale sono nuovi contenuti che si basano su algoritmi e dati di apprendimento. A volte, questi dati possono contenere il lavoro di fotografi e illustratori che hanno dei diritti d’autore sui loro contenuti. Questo può creare dei problemi legali se le immagini generate dall’intelligenza artificiale vengono usate senza il consenso degli autori originali o senza citarli. Inoltre, non è chiaro chi sia il titolare del diritto d’autore sulle immagini generate dall’intelligenza artificiale: se sia il creatore dell’algoritmo, l’utente che fornisce l’input o nessuno. Questa è una questione ancora aperta e in evoluzione nel campo del diritto d’autore.

Insisto sul problema e mi risponde così: Capisco il tuo problema. L’intelligenza artificiale può inserire marchi su foto generate perché li ha appresi dai dati di addestramento o perché li ha creati in modo casuale. Questo può violare i diritti dei titolari dei marchi registrati, che hanno il diritto esclusivo di usarli e impedire agli altri di farlo senza il loro consenso. Se usi una foto generata dall’intelligenza artificiale che contiene un marchio registrato, potresti incorrere in una violazione del marchio e rischiare una causa legale da parte del titolare. Per evitare questo problema, dovresti verificare che le foto generate dall’intelligenza artificiale non contengano marchi registrati o chiedere il permesso ai titolari prima di usarle.

Come vedete, entrambe le chat non sono state in grado di rispondere al mio quesito: l’intelligenza artificiale ha generato un’immagine nuova da una vecchia che è priva di marchi di proprietà. L’intelligenza artificiale mi ha però inserito un marchio su una foto generata che so non è di sua proprietà. C’è poco da ridere perché l’intelligenza artificiale basata sui prompt per immagini dovrebbe già di per sé evitare di copiare (ci vorranno anni di battaglie legali perché si possano creare leggi ad hoc) ma che inserisca un marchio di proprietà su un’immagine generata che ne era sprovvista… non mi era mai successo e può aprirsi un problema del diritto d’autore non indifferente. In questo caso io ho un abbonamento sia con Wonder che con Dream by Wombo che mi permette di scaricare le immagini generate senza il logo ma altre applicazioni come Adobe Firefly, Irmo, Dall-E, Motionleap, Ai Drawingin, giusto per farne un’esempio, vi pongono il proprio marchio. Cosa succede, se per esempio, su un’immagine generata da Adobe Firefly esce oltre al loro logo anche quello di un’altra azienda che lavora sul diritto d’autore? Quest’ultima potrebbe teoricamente pretenderne la paternità ed esigere i frutti di qualcosa che non ha diritto a possedere? Dreamstime può chiedermi di rimuovere l’immagine generata solo perché compare involontariamente il proprio logo, pur non avendo alcun diritto di proprietà sull’originale? È comprensibile che ci sia confusione riguardo alla paternità e ai diritti di proprietà delle immagini generate. Nel caso in cui un’immagine generata contenga il marchio di un’altra azienda che lavora nel campo del diritto d’autore, potrebbero sorgere controversie sulla paternità e sulla richiesta dei diritti d’autore. Al momento non ho una risposta ma spero che se qualcuno si è trovato ad affrontare lo stesso quesito, può scrivermi in privato o direttamente sulla mia pagina. Fatemi avere una vostra opinione a riguardo e mettete un like se vi è piaciuto. Condividete. Copyright Andrea Satta 2023

Dio, Windows e gli aggiornamenti sbagliati

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Ieri sera ero pronto ad elargirvi nuove perle di saggezza, ma all’ennesima richiesta da parte di windows di aggiornarlo alla nuova versione, il potere della mia forza è venuta meno e ho ceduto al lato oscuro della tentazione. Dopo varie ore di bla bla e riavvii, finalmente il processo si poté dire concluso… con un’amara scoperta… il pc, il desktop, pressoché tutto non mi funzionava più. Continua a leggere Dio, Windows e gli aggiornamenti sbagliati