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Stop al web

stop

Il 26 marzo il Parlamento europeo voterà su una nuova direttiva sul diritto d’autore. La direttiva darà agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie e titoli in ogni sito altrui (articolo 11). Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13). Continua a leggere Stop al web

Le nuove frontiere del lavoro, rettifica.

Foodora-Deliveroo-Confronto

In base al mio post del 22 febbraio 2017 intitolato Le nuove frontiere del lavoro, a cui facevo riferimento tra l’altro alle condizioni di lavoro dei dipendenti della catena Foodora, notizie riportate pari pari dai maggiori quotidiani nazionali, la stessa mi ha inviato una mail con delle precisazioni a riguardo, chiedendomi perciò di darne rilievo che riporto di seguito in modo integrale:

  • Buongiorno,
  • le scrivo in qualità di ufficio stampa di foodora, relativamente al suo post del 22 febbraio sul suo blog: https://andreasattaphoto.wordpress.com/2017/02/22/le-nuove-frontiere-del-lavoro/
  • In particolare, le segnalo che, da novembre 2016, la retribuzione dei rider che collaborano con foodora è pari a 4 euro lordi (3,60 euro netti) a consegna, e non 2,70 euro come riportato nel post.
  • Inoltre, in merito ai supposti licenziamenti, la Società conferma che a nessun rider è mai stato revocato il diritto d’accesso all’app per manifestare la propria disponibilità di orari e che a tutta la flotta, nessuno escluso, è stato offerto di rinnovare il contratto una volta che questo fosse giunto a scadenza.
  • Le chiederei pertanto di poter dare visibilità a queste precisazioni non appena possibile. Grazie, cordiali saluti. MP

Io aggiungo anche un altro link tratto da La Stampa Torino del 20 febbraio 2017 che può essere interessante anche su altri aspetti non riportati quali, contributi pensionistici, l’assicurazione Inail e una integrativa: Paga a consegna per guadagnare di più.

Altro link interessante, del 2 marzo 2017 tratto da Repubblica.it – Torino: Repubblica.it – Torino.

Insomma, ci sono tanti altri articoli che ne parlano e se ne trovano parecchi navigando su internet e a leggere i numerosi commenti che creano è un argomento molto sentito (non su Foodora ma su come in generale la politica abbia reagito ai cambiamenti economici abbassando i diritti dei lavoratori). A questo punto ciascuno si può liberamente fare un’idea personale se esista una problema oppure no.

 

Byoblu vs Adsense

Lo condivido perché, pur non facendo news in un’altro blog che ha dei temi ludici, sono stato bannato anch’io da Adsense, SENZA alcun valido motivo. Cioè, mi fu contestato una presunta violazioni delle sue regole pur notando che non c’erano parole offensive, parolacce o immagini esplicite. Avevo però l’opportunità di appellarmi alla loro decisione e nonostante abbia rivisto il post incriminato, seguendo le loro specifiche direttive, modificandolo anche se obiettivamente non c’era nulla da modificare, il risultato non è cambiato. Mi sono chiesto a questo punto, a cosa giovasse questa politica per Adsense. Oggi come oggi, il suo approccio pare truffaldino perché la monetizzazione già effettuata non è stata mai versata e resta congelata. Il risultato? Che prima o poi verrà re-inglobata nel suo calderone per ottenere altri soldi. Questa è una mia idea personale ma i sempre più utenti incazzati con la politica di Google Adsense, che ti lascia con l’amaro in bocca difronte a motivazioni sconosciute, mi lascia adito a simili speculazioni. La verità è che non ti verrà mai detto il reale motivo per il quale il tuo sito è stato bannato da Adsense.

Per fortuna esistono delle valide alternative alla monetizzazione di Adsense come: Vibrant; LinkwelovePayClick. Non hanno la forza di Adsense perché supportata da Google ma sono comunque valide alternative. Diversamente c’è il deepweb ma non è il caso di entrare in un mondo semi-sconosciuto.

Per ulteriori informazioni vi rimando a questi due link che possono esservi utili: Alternative ad Adsense; Guadagnare con un blogPubblicità wordpress.

Per chi come me ha due blog ma non ha una valangata di visitatori, quegli spiccioli fanno comodo. Stiamo parlando di spiccioli, ma è un fatto reale. Sempre più utenti sono arrabbiati con la politica di Adsense e i numerosi post che leggo a riguardo ne sono la prova.

Il blogger Claudio Messora, responsabile del sito d’informazione Byoblu, ha ragione da vendere. La politica di bannare le pubblicità è il primo passo per eliminare blog e siti che stanno scomodi a personaggi influenti presenti nella Blacklist. Sopratutto difronte a motivazioni fumose e generiche. Proprio come nel telefilm, esistono persone che operano nell’oscurità, senza schiamazzi e senza mai farsi beccare. La mafia al confronto è un’organizzazione di mocciosi dell’asilo. I loro nomi non li conosceremo forse mai, ma di certo la sua politica è abbastanza evidente.

Mi pongo quando accadono queste cose, una domanda molto semplice. Chi controlla il controllore?

Quando si esagera con le parole…

selvaggia

Il giorno 13 maggio, la blogger, commentatrice, critica Selvaggio Lucarelli ha postato sulla sua pagina di facebook la foto di suo figlio. Un bambino. Lo fanno in tanti con l’orgoglio di mostrare il proprio figlio. Bisogna giustamente sempre pensarla in modo positivo senza farsi condizionare da quel 20% bacato della popolazione.

Della famosa giornalista (?) l’ho sempre trovata simpatica come un pianta di cactus sulla mano ma devo ammettere che è una donna tanto arrogante quanto caparbia e molto coraggiosa in determinate scelte.

La mia perciò non è una critica né nei suoi confronti né per aver postato una foto di suo figlio ma DI VOI INTERNAUTI. Dopo la condivisione della foto molte persone (TUTTE DONNE) hanno scritto queste testuali parole: “E’ veramente un figo!!!“, “Quanto è bono“, eccetera. Associato poi ad altri commenti del tipo: “Tagliare i capelli iiiiiii iiiii please è bello! !“, “Bello come il sole, ma…tagliaglii almeno un po’ i capelli che è grande ormai!“, “E poi uno si chiede perché trent’anni per delle scontate unioni civili. Siamo ancora ai capelli da maschio e da femmina. Povero paese.“, “E diamogliela una sforbiciata al picciriddu…” eccetera.

Ora, nel primo caso sono rimasto inorridito che simili parole di “apprezzamento” siano state fatte da adulti rivolte ad un bambino. Il fatto che si sia donna non giustifica parole che possono essere (forse esageratamente o per alcuni, giustamente) associate a figure losche e squallide. Mi ricordano quelle donne che all’indomani dell’uscita del film Titanic, si bagnavano emozionate nel vedere un giovanissimo Leonardo Di Caprio. Ancora oggi ci si interroga su quell’ondata di pedofilia, perché tale si trattava se erano donne adulte a farlo. La pedofilia esiste anche fra le donne e i numeri di tale violenza sono notevoli. Dire di un bambino Quanto è figo, ma che bono lasciano il tempo che trovano e i tantissimi like alla mia critica vuol dire che ha svegliato qualcuno dal torpore. Sembra che alla donna gli sia permesso di dire tutto solo perché donna. A volte però reputo che i limiti che ci imponiamo noi maschi siano molto più sane di mille parole “sincere”.

L’altro punto riguarda l’atteggiamento provinciale e bigotto che pervade una parte consistente della nostra società. Francamente, da ex capellone, in me coesiste una forte gelosia ma una fierezza di averli portati lunghi e di non essermi lasciato condizionare dalle sciocchezze altrui. Un ragazzo, che cresce con i capelli lunghi, avrà maggiore cura della sua persona e la sua autostima aumenterà di pari passo alla sua autodeterminazione e crescita personale. Stessa cosa per una ragazzina che sceglie di avere i capelli molto corti. In nessuno dei sue casi non si discute sulla sua sessualità. Alla fine degli anni sessanta e settanta tutti i ragazzini erano capelloni e non per questo gay. Oggi moltissime ragazzine hanno i capelli corti e non per questo sono lesbiche. I capelli sono personalissimi. Crescono con noi, sono parte di noi. Obbligare una persona a tagliarseli, pettinarsi secondo i dettami imposti dai genitori, parenti, religioni o alla morale civile è contrario all’autodeterminazione e controproducente nella crescita psico fisica di una persona. Quindi quei commenti hanno causato una reazione molto critica di molti internauti, anche se mi chiedo quanti di loro lo abbiano difeso solo perché il figlio di una persona nota. Anche questo aspetto andrebbe compreso e approfondito.

Termino la filippica col ricordare alle gentil donzelle che a noi maschietti non ci piacciono le donna con i capelli arruffati e poco curati. Il fatto che una persona sia una femmina non la giustifica ad avere i capelli molto lunghi se poi non se li cura. Ricordo anche che al di la delle mode, la maggior parte delle donne impazziscono per i maschi con i capelli molto lunghi perché associati ad una forte virilità ed autostima. Letto in due libri di analisi sociale.

Il problema è che abbiamo una memoria molto, molto corta. Da sempre il maschio, in varie epoche aveva i capelli lunghi; Cina, Asia, India, Americhe, Scandinavia, parti dell’Europa. A parte con gli egiziani, i romani e nel medioevo europeo, non c’erano distinzioni nelle acconciature. Anzi, nell’antica grecia i guerrieri avevano i capelli molto lunghi e ben curati perché un segno distintivo di forza. Penso che un tempo, per quanto la società fosse violentissima (acciderbolina quante guerre e violenza nel corso della storia dell’uomo) si avesse un maggiore rispetto su alcuni aspetti personali di quanto non lo si abbia oggi nell’era della tecnologia, dove tutto è globalizzato e appiattito.

Ricordatevi: l’autodeterminazione la vince su tutto. Anche sul provincialismo più becero.