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Livello di necessità

Ciao a tutti. In questi giorni sto lavorando per orientare e far incrementare il mio business nella fotografia. L’inverno non è il massimo per un fotografo, di certo non per un matrimonialista. Pur essendo un fotografo d’interni, la situazione non mi pare delle migliori. Ma l’esigenza di ergersi ben oltre certi schemi mentali è sufficiente per rimettere in moto il livello di necessità. In cosa consiste? Il livello di necessità è quella condizione in cui si smuovono le chiappe – fisicamente – e si agisce – realmente – per giungere ad un fine preciso che ci risollevi da una condizione di difficoltà. I gradi di difficoltà sono molti e vari. Un esempio calzante è quel padre di famiglia disoccupato che a Napoli si è visto scippare il suo motorino mentre andava a fare le consegne take-away per sfamare la sua famiglia. Senza perdersi d’animo ha preso l’auto ed è andato a fare le consegne. Poi è partita la denuncia e grazie al video girato da un residente, la notizia e l’indignazione ha fatto il resto. La resistenza dell’uomo e il suo non voler affondare è stata di contralto alla vergognosa azione di quei pochi decerebrati che pensavano che per poter AVERE lo si poteva ottenere con ogni mezzo, anche con l’illecito.

Il suo livello di necessità dunque lo ha spinto ad una condotta da autentico combattente. Non si è fatto amareggiare. Non si è arreso. Ha lottato e immediatamente ha trovato una soluzione per completare il suo lavoro. Altro esempio: giorni fa a Milano ha nevicato copiosamente e pure io mi sono divertito a gironzolare divertito. Ma fra le tante persone e i bambini gioiosi, non vi siete soffermati un attimo a guardare i riders che in bicicletta sfrecciavano per le strade ghiacciate a consegnare il cibo d’asporto? Non è la domanda se quei coglioni che hanno telefonato chiedendo del cibo in una simile situazione se ne siano resi conto – certo che lo sapevano, ma se ne sono fregati – ma bensì al coraggio dei riders di non cadere effetto delle circostanze. Perché una persona sana di mente non andrebbe a rischiare la vita per un panino. La cosa giusta da fare era di dire agli avventori: scendi per strada, vai a fare la spesa al supermercato e non far rischiare la vita a dei disgraziati sotto la neve.

Il loro livello di necessità, la loro condizione di “ho fame”, li ha portati a mettersi in gioco non senza pericoli e problemi. In questi due esempi ho portato all’attenzione due differenti livelli di necessità ma ne esistono anche altri meno drammatici o impellenti. Qualunque esso sia, ci porta responsabilmente a porci delle domande: come facciamo a? come risolviamo questo? come possiamo ottenerlo affinché non si verifichi nuovamente?

Se improvvisamente sono malato, il livello di necessità mi porterà a muovermi fra un dottore e l’altro e se ho capito l’attuale condizione, anche a modificare il mio stile di vita. Certo, l’attuale situazione non è delle migliori. L’anno innominabile è terminato ma sta lasciando uno strascico di rabbia latente che prima o poi esploderà. L’intero sistema è saltato per colpa di un virus che neppure possiamo vedere. Ma i virus ci sono sempre stati e sempre ci tortureranno nel tempo. Questo “coso” però ha messo tutti sotto pressione. Ha costretto molte realtà a modificare le proprie aspettative. C’è chi si è arreso e chi si è rimboccato le maniche. Ma arrendersi purtroppo, non è la soluzione migliore.

Volete un segreto? Volete sapere quale perla di saggezza sto per darvi? Per aiutarvi ad uscire dal pantano NON dovete pensare a come AVERE, perché prima che voi possiate ottenerlo, qualsiasi cosa esso sia, in primo luogo voi dovere ESSERE. A seguire viene il FARE e solo alla fine riuscirete ad ottenere la meta prefissata. Il ciclo corretto non è AVERE e basta ma bensì ESSERE-FARE-AVERE. Esempio: la mia attuale meta prefissata è di avere una nuova macchina fotografica. PRIMA di agire per poterlo avere fra le mani, devo ESSERE, cioè sceglierMi come fruitore dell’oggetto. Voglio essere un fotografo è già un inizio. Dopodiché incomincio ad agire. Ho i soldi. Ha la disponibilità economica ma quale macchina scegliere? A questo punto mi documento, mi faccio un’idea e quando ho rintracciato il mezzo che più mi aggrada, agirò di conseguenza. Ora la macchina fotografica è mia e potrò iniziare a fotografare.

Ma se io non ho i soldi ne i mezzi? La soluzione NON è di arrendersi ma PERSEVERARE. Meta: voglio essere un fotografo. ESSERE: io fotografo. Poi viene il FARE: ovvero agire nel mondo reale per trovare, per esempio, un secondo lavoro o trovarne uno al fine di acquistarla (il che include anche la sua ricerca per le proprie aspettative e le disponibilità economiche) e solo infine si arriva all’AVERE: cioè ottenere il mezzo. Poco importa se lo pagate a rate o in contanti o se è di seconda mano o se vi siete fatti dare una mano. Ora la vostra meta è stata ottenuta.

Il livello di necessità sopperisce ed è un aiuto concreto a chi è in difficoltà. Ci costringe perciò all’azione perché le prospettive sono, o bere o affogare ed a parte i pazzi o gli psicotici, la stragrande maggior parte delle persone, vuole vivere.